Piše: Vanni d’Alessio
Naziv ove rubrike je Talijanski kutak, ali to je i mjesto i točka gdje se nalazimo sa svojim malim ili velikim djelićem talijanstva, odnosno obiteljskog i/ili kulturnog naslijeđa, simpatija, studija i posjećivanja mjesta i ljudi, a osobito u uporabi talijanskog jezika ili fiumanskog dijalekta. Talijanskim kutkom otvaram prostor za usporedbe, dijalog i promišljanje o talijanstvu u Rijeci i na Kvarneru i šire: izvan jezičnih i kulturnih, administrativno-političkih, društvenih i povijesnih granica, na talijanskom jeziku. Započnimo…
O čemu ćemo razgovarati? Razgovarat ćemo o tragovima i prisutnosti talijanstva i kulturnoj raznolikosti u prošlosti i sadašnjosti Rijeke i Kvarnera. Predstavit ćemo projekt Arhiva sjećanja s kojim smo Gianfranco Miksa i ja, za i uz potporu Zajednice Talijana Rijeka, već intervjuirali više od dvadesetak Fiumana. O njima ćemo pričati u narednim epizodama. Govorit ćemo i o školama – talijanskim, hrvatskim, mađarskim i njemačkim. Razgovarat ćemo o udrugama, mjestima i trenucima sporta, glazbe i druženja. Razgovarat ćemo o međusobnim kulturnim utjecajima između obala Jadrana, načinima na koje su se ovdje susreli i još mnogo toga…
L’angolo italiano è il nome di questa rubrica, ma è anche luogo e punto in cui ci troviamo con la nostra frazione, piccola o grande di italianità, ossia di eredità familiare e/o culturale, simpatia, studio e frequentazione di luoghi e persone, soprattutto di uso della lingua o del dialetto fiumano o istro-veneto. Qui apro uno spazio di confronto, dialogo e riflessione in lingua italiana sull’italianità a Fiume e nel Quarnero e oltre: oltre i confini linguistici e culturali, quelli amministrativi e politici, quelli sociali e storici. Andiamo ad incominciare…
Di cosa discuteremo? Dialogheremo su tracce e presenze di italianità e diversità culturali nel passato e presente di Fiume e del Quarnero. Presenteremo il progetto dell’Archivio della memoria di Fiume con il quale io e Gianfranco Miksa, per e con il sostegno della Comunità italiana di Fiume, abbiamo già intervistato più di venti fiumani. Di loro parleremo nelle prossime puntate. Parleremo anche delle scuole, italiane, croate, ungheresi e tedesche. Parleremo di associazioni, di luoghi e momenti dello sport, di musica e di socializzazione. Parleremo delle influenze culturali reciproche tra le sponde dell’Adriatico e di come si sono incontrate qui, e altro ancora.
Presentazione: L’angolo italiano nel passato e presente di Fiume e Quarnero
L’angolo italiano è il luogo e punto in cui ci troviamo e attraverso la cui prospettiva in città esprimiamo la vivacità di un residuo culturale, attivo e vivace, nonostante i numeri. Non ci soffermiamo sui numeri, su censimenti, o su forza economica e presenza nel tessuto produttivo. Se riflettiamo sul presente ne vien mal de testa, ci perdiamo, non vediamo futuro. Se guardiamo le cose in una prospettiva storica, non ci rallegriamo, ma forse possiamo dare un peso e valore alle cose. Non possiamo forse dare un giusto peso a ciò che osserviamo e talvolta con gli occhi non riusciamo nemmeno a scorgere, che molto spesso giustizia non c’è: in tribunale, a scuola, sulla bocca della gente, nella parola stampata o in quella diffusa attraverso canali di riproduzione di pensieri, parole, immagini e umori sulla rete, internet e social media, figuratevi nella storia. Se, anzi, guardiamo ai processi storici, neanche qui possiamo aspettarci giustizia, che i conti non tornano e i cerchi non si chiudono. Tuttavia, con la storia ci arricchiamo di significati e stimoli alla comprensione di una realtà poliedrica.
Nella storia troviamo un senso, la possibilità di capire e capirci, di intenderci e confrontarci. La storia non è solo il passato. Come diceva Marc Bloch, il passato non cambia ma la storia è in costante divenire, soggetta a letture, argomentazioni, riflessioni, interpretazioni e riletture. Un senso cerco di darmelo da storico, da ricercatore e docente sul campo, come da figlio, padre, cugino e nipote di fiumane e fiumani, e da generazioni di istriane e istriani. Come tanti altri siamo qui perché arrivati da vicino o lontano, insediati per iniziativa dei nostri antenati da varie sponde del Mediterraneo, dai Balcani e dalla Mitteleuropa. Siamo arrivati, rimasti o andati per volere, pressioni o consenso di poteri e istituzioni austriache e veneziane, ungheresi e italiane, jugoslave e croate, trovando percorsi singolari di vita, morte e riproduzione.
Di tutto ciò un senso cerco di darmelo da trent’anni di osservazioni, ragionamenti e rappresentazioni di questo spazio, incuneato alla chiusura di un anello adriatico che, come la sua storia, non si chiude. La storia offre tuttavia un senso alle presenze culturali italiana, croata, slovena, jugoslava, serba, tedesca, ungherese, ebraica, zigana, valacca e rumena, veneta e albanese, macedone e montenegrina, tra regioni e nazioni, popoli costituzionali, titolati e senza storia, arte e parte nei lunghi processi che viviamo o che possiamo solo immaginare e cercare di capire e descrivere.
A Fiume siamo italiani perché ci esprimiamo “in lingua”, perché ne piase “parlar toscano”, o fiumano, ma siamo anche altro, perché parliamo in ciacavo e/o in croato, qualcuno ancora in ungherese, altri in sloveno, tedesco e altro ancora. L’angolo italiano si è ristretto da quando tanti sono andati via, come erano arrivati. Ci siamo ancora. La storia è densa di tensioni e conflitti, ma questi c’erano anche quando la lingua italiana e il dialetto fiumano erano un collante per tante genti di lingua e cultura diversa che si riversavano nel porto ungherese del Quarnero. Anche nei momenti più bui e tristi affiorano dalla storia tracce di cordialità, pacifica convivenza, comprensione e buon vicinato, sintesi nelle diversità, mescolanze tra purificazioni e sovrapposizioni. A molti la storia piace perché dà ordine in un turbinio di conflitti e cambi di sovranità, di potere politico. La storia è anche vita quotidiana, e sappiamo che non sempre possiamo fare ordine nella complessità, ma neanche vogliamo. La storia che troverete qui è frastagliata e complessa come la contemporaneità, apre domande più di dare facili risposte, offre spunti di riflessione e indizi per osservare l’oggi e il passato con uno sguardo incerto, disincantato e mai definitivo, come la nostra vita. Finché ce n’è, viviamola.
Istaknuti vizual: Aleš Suk
#100 dugih riječkih jezika #Archivio della memoria di Fiume #Comunità italiana di Fiume #dialogo #la storia #Quarnero